Ci sono due cose che si notano visitando Munger. La prima ti coglie all’improvviso nell’istante in cui entri in città, lo stile architettonico è diverso da tutto ciò che ho visto sino ad ora.
È da questo particolare che si capisce chiaramente che la città ha avuto, nel corso dei secoli, influenze di diversa origine, non ultima quella degli inglesi nell’epoca del colonialismo che qui venivano a riposare e a curarsi, attratti dalle acque del Gange ricche di minerali.
Ci sono alcune ville, abitate ancora da qualche giudice o ufficiale, che sono meravigliose.
La seconda cosa, per essere notata richiede almeno una visita all’antico mercato, all’interno del forte che protegge il cuore della città: tanto i venditori sui carretti, quanto i bazar e i negozi, che vendono di tutto ma prevalentemente frutta, verdura e tessuti, rispettano diligentemente la legge, entrata in vigore pochi mesi fa, che vieta in tutto lo stato del Bihar l’utilizzo di sacchetti di plastica.
Chiedo spiegazioni al titolare dell’hotel che in perfetto inglese mi dice che i sacchetti di plastica non sono biodegradabili, producono gas tossici quando vengono bruciati, causano blocchi al sistema fognario già in crisi e sono un pericolo per il bestiame che gira libero per la città.
Anche Patna dovrebbe seguire lo stesso divieto, ma nei tre giorni passati in quella città non ho trovato una sola persona con lo stesso livello di consapevolezza di questo albergatore.
Per il resto il caos di Munger è quello tipico dell’India, ma qui ha uno stile che te lo fa apprezzare maggiormente.
Io, come raccontavo ieri, a causa dell’impraticabilità del fiume ho dovuto optare per trasportare la zattera via terra per 80 km a bordo di un pick-up, e domani riprenderò il viaggio. Nel trasporto la zattera si è un po’ scassata e stamattina ho dovuto fare alcune riparazioni. Nulla di grave, ho risolto tutto con qualche chiodo e qualche giro di corda di canapa per rinforzarla nei punti più deboli.
Mi ci sto affezionando a questo ammasso di legna e plastica e più passa il tempo più trovo che sia uno dei protagonisti principali e il vero portatore del messaggio di questa missione.
Farò di tutto per portarla a Calcutta.