Come primo giorno poteva andare meglio, ma è andato.
Sin dalla mattina me la sono dovuta vedere con del vento e delle onde molto fastidiose e procedere è stata una tortura per mani e glutei. So che è solo una questione di qualche giorno, poi il mio corpo si adatterà anche a questo. Ma in questo momento ho male anche scrivere al computer.
Ora il vento è completamente cessato e tutto è avvolto da un silenzio totale. Aspetto che la luna sorga perché a quel punto lo spettacolo sarà meraviglioso.
Dunque, per chi si fosse sintonizzato solo ora, spiego brevemente la ragione di questo viaggio.
Sto attraversando a remi la parte più densamente inquinata del Great Pacific Garbage Patch, tra San Francisco e le isole Hawaii. Qui, quattro correnti oceaniche convergono per formare un vortice che raccoglie un enorme ammasso di plastica proveniente da ogni dove, ma i responsabili sono i corsi d’acqua che riversano in mare oltre l’80% dei rifiuti.
Qui si può trovare di tutto: dalle bottiglie di detergenti, alle plastiche delle confezioni da 6 delle lattine di birra, a pezzi di packaging, secchi, mollette, giocattoli per bambini, boe abbandonate, insomma qualunque cosa.
Quest’ammasso di detriti copre un’area 3 volte la Francia e secondo le Nazioni Unite circa 380.000 animali marini muoiono ogni anno per ingestione o perché vengono intrappolati.
Fino a quaranta anni fa, l’inquinamento da plastica negli oceani era praticamente sconosciuto.
Oggi, la plastica ha raggiunto le zone più profonde degli oceani e gli ecosistemi più remoti, come l’Antartide. Ma avremo modo di parlare di tutto questo.
La ragione che mi ha portato qui è perché voglio offrire l’opportunità a tutti di conoscere e comprendere questo fenomeno, e magari fare qualche serena e onesta considerazione su cosa possiamo fare per evitare tutto questo.
Ieri era il compleanno di mia figlia. Due mesi fa mi aveva chiesto se per la sua festa sarei stato a casa e io ottimisticamente le avevo detto di sì.
Invece non solo sono qui, ma ho cominciato la spedizione proprio ieri. Non era la giornata perfetta, ma non volevo passare questo giorno senza fare nulla.
Ho pensato quindi che fosse il giorno giusto per cominciare il lungo viaggio che mi riporterà a casa.