Mi piacciono le partenze di mattina presto. Il sole è appena sorto e la nebbia mista al fumo delle discariche, dei tut-tuc, dei camion e delle fabbriche di mattoni crea quell’atmosfera speciale che rende il fiume, almeno in queste ore, un luogo ricco di fascino e bellezza. È la migliore amalgama che si possa trovare perché tiene assieme elementi così eterogenei e contrastanti in un’unica entità.
Inizialmente pensavo che l’Hooghly fosse una copia del Gange, solo più in piccolo, ma più navigo e più noto importanti differenze. Qui c’è molta più attività e, mancando ponti di collegamento tra una sponda e l’altra, i trasporti di uomini, cose e bestiame si fanno a bordo di barche. In più, essendo vicini a Calcutta, c’è anche molto traffico. Nulla o quasi è cambiato dai tempi passati in cui questa era la via principale per il traffico commerciale. Oggi ho incontrato anche la prima barca da crociera che porta i turisti in visita risalendo la corrente del fiume. Chissà loro che idee si faranno del fiume?
Rimane comunque una cosa che non cambia e cioè le numerose carcasse di animali alla deriva sul fiume. Inizio a non poterne più della vista di questi animali morti. Oggi, per la prima volta, ho visto anche un delfino del Gange. Non so se mi ha fatto più tristezza la morte del delfino, uno delle 4 specie di delfino di acqua dolce al mondo di cui si contano solo 5000 esemplari rimasti, o il ragazzo che si fa il selfie: poco prima l’avevo visto tapparsi il naso e fare l’ok con le dita. “È morto, c’è un odore schifoso, ma va tutto bene”, sembrava voler dire. Oltre all’odore che vi lascio solo immaginare, secondo me è proprio il segno di degrado peggiore.
Fino ad ora ho guardato questi corpi galleggianti con una specie di malsana curiosità, facendomi le domande più inutili, adesso resta solo il disgusto e, di tutte quelle domande, me ne rimane una sola: perché nessuno raccoglie quelle carcasse?
L’ho chiesto ieri al barcaiolo che accompagnava Mauro Talamonti (il fotografo) sul fiume e mi ha risposto:
“Qualcuno più in giù lo raccoglierà”.
Già, è proprio così, ovunque si vada ci si aspetta sempre che qualcuno se ne occuperà. Ma ovviamente più in giù non c’è nessuno. La salvaguardia e la pulizia dell’ambiente deve essere un impegno individuale, una responsabilità di tutti e non qualche cosa da delegare o aspettarsi che “qualcuno più in giù” faccia per noi.