Spinto da una leggera brezza mattutina e da una corrente favorevole, stamattina alle 7:30 ho finalmente salpato l’ancora cominciando la navigazione sul Gange: il quinto fiume più inquinato di plastica al mondo.
Ciò che ho potuto notare in questo primo giorno è che i riti e le usanze dell’Induismo sono parte del problema dell’inquinamento che affligge il fiume sacro.
Immaginatevi milioni di fedeli che si recano a Varanasi (ma non solo) ad immergersi nel Gange e donano al fiume ghirlande o petali di fiori contenuti in sacchetti di plastica! Era stata proprio Imsong, ieri, a raccontarmi di come per centinaia di anni il fiume sia stato venerato solo da un punto di vista religioso.
Oggi se si vuole salvare il Gange è necessario attivare in questo meraviglioso paese, dalle mille risorse, un senso di rispetto e cura per questo fragile ecosistema.
I miei pensieri stasera vanno a Daniele Nardi, alpinista, disperso da domenica sul Naga Parbat