Da qualche giorno avevo la sensazione che remare fosse dannatamente più faticoso di quanto non fosse stato all’inizio del viaggio. La ragione più plausibile, pensavo, era la stanchezza e quindi ultimamente mi stavo immaginando dei piccoli accorgimenti per rendere la zattera un po’ più performante. Oggi ho raggiunto questo piccolo villaggio e la prima cosa che ho fatto è stata quella di rivolgermi al proprietario di un piccolo laboratorio di barche. Chi meglio di lui avrebbe potuto darmi dei consigli?
L’idea era quella di applicare due coni di alluminio ai due bidoni di prua. Li avrei così trasformati in due razzi e avrei penetrato l’acqua con più facilità. Alla fine, però, dopo un po’ di chiacchiere e idee mi sono dovuto arrendere all’indolenza di quest’uomo che mi ha detto che non avrebbe avuto tempo di fare il lavoro. Ma è stato solo per pura casualità che ho voluto tirare in secca la barca ed è stato solo allora che ho notato che uno dei bidoni era per metà invaso dall’acqua. Con l’aiuto di alcuni uomini abbiamo inclinato la zattera e nel giro di un paio di minuti si è alleggerita di almeno 20 litri. Non ho fatto le modifiche che speravo, ma sono sicuro che domani si navigherà più leggeri. Anche più veloci, perché sul finire della giornata di ieri ho cominciato ad avvertire la forza della marea che, da domani, detterà i ritmi della navigazione.
Sistemata questa urgenza, ci siamo addentrati nelle strette vie di questo villaggio e che sorpresa… un fascino e una pace che raramente abbiamo incontrato in questo lungo viaggio. Mi sono fatto anche tentare da alcune palline di lenticchie fritte.