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San Francisco, un’altra domenica passata qui

14.07.2019

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Domenica, la seconda che trascorro qui a San Francisco. Un’altra giornata meravigliosa in questa città in cui ho percorso così tanti chilometri a piedi su e giù per le sue vie che mi sembra di conoscerla da anni.

Domenica è anche il giorno in cui si rallenta, ci si riposa, ma io non mi do pace. Neanche oggi.

Il cantiere in cui è ospitata la mia barca mi permette l’accesso anche nei giorni non lavorativi e così ho trascorso la giornata mettendo ordine a bordo. Ora manca davvero poco per essere pronta: devo solo sistemare un problema con l’apparato di comunicazione satellitare, dare due mani di vernice anti-vegetativa per evitare la formazione di vegetazione sul fondo e poi è pronta per prendere il largo.

Non vedo l’ora di immergermi nuovamente in questo oceano che mi è tanto familiare. Devo ammettere di non aver curato molto la preparazione fisica, ma conto sulla memoria del mio corpo che nel momento del bisogno si ricorderà come fare per portarmi a destinazione.

L’unico pensiero, al momento, è la condizione meteorologica che non è favorevole al raggiungimento del Great Pacific Garbage Patch, centrato a 34N 140W, a circa 700 miglia nautiche da San Francisco. Il vento, infatti, rimane costante da nord e si fa sempre più probabile e inevitabile l’ipotesi di una barca a vela che mi traini al largo, oltre il gale alley, una zona di mare in prossimità della costa sferzata da venti molto forti che mi porterebbero fuori dalla rotta ideale. Questo pone un altro problema, infatti non è una missione da poco. Non è un viaggio che si sente di compiere chiunque.

Quest’ultima settimana l’ho vissuta come se fosse l’ultima della mia vita e superando la paura di risultare pedante e insistente ho bussato ad ogni marina, ogni yachting club e parlare con chiunque dei miei piani di “salvare il mondo dalla plastica”. Per me che sono di natura molto riservato, non è stato facile, ma questo approccio così aperto e alla ricerca di opportunità sembra mi stia ripagando, infatti sono molte le persone che mi stanno aiutando. Questa settimana che sta per cominciare sarà molto importate e ho la sensazione che mi darà delle risposte concrete.

Stamattina, leggendo un articolo sul New York Times che celebrava il cinquantesimo anniversario dell’allunaggio, mi sono provato a mettere nei panni di Aldrin e Armstrong nei momenti decisivi prima di far atterrare il modulo spaziale sul suolo lunare e non ho potuto che sorridere e, con ottimismo, dire tra me e me che se questi americani sono riusciti ad andare sulla luna 50 anni fa, riuscirò a trovare qualcuno di loro disposto a portarmi 700 miglia al largo di San Francisco.

 - 10 Rivers 1 Ocean
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