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Oggi è stata una giornata da record per quantità di rifiuti visti in mare

27.08.2019

LOGBOOK 7 #PACIFICTRASHPATCH

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Sono cinque giorni che viaggio su questa barca a remi, il proposito era di esplorare il Great Pacific Garbage Patch, e invece è ancora, prima di tutto, un’esplorazione di me stesso e ho ritrovato i vecchi mostri.

Le vecchie cose che ci avevo lasciato anni fa, pensavo ormai di averle superate e invece sono ancora qui, come se io non fossi mai sceso.

Nulla di grave ragazzi, è la vecchia storia dell’uomo che vorrebbe fare delle cose, ma si deve accontentare di farne di altre.

Questi ultimi tre giorni sono stati infernali perché il vento forte e il mare mosso mi hanno impedito, fino a questa mattina, di remare e questo fatico sempre ad accettarlo. Ve lo immaginate il divertimento di starsene 24h richiuso in una piccola cabina?

E io che mesi fa, a chi mi chiedeva come sarebbe stata questa missione, dicevo “sarà un tratto di mare gentile”.

L’altro ieri stavo leggendo un libro sugli allucinogeni come l’ Ayahuasca e ci ho trovate delle interessanti analogiche con una navigazione in mare del tipo che si racconta che normalmente l’Ayahuasca ti da quello di cui hai bisogno, non quello che stai cercando.

Ho riso quando ho letto questa affermazione perché si può dire la stessa cosa del viaggio che sto compiendo. Non trovi quello che vuoi, ma quello di cui hai bisogno.

Va bene, al di là delle stupidate, oggi è stata una giornata che per quantità di rifiuti visti in mare è stata da record.

Ovunque mi girassi c’erano detriti, di qualunque misura piccoli, piccolissimi, grandi, alcuni già popolati da colonie di cirripedi e granchi. Ho potuto raccoglierne solo una piccola parte perchè la barca non mi permette grandi manovre e quando vedo qualche cosa in lontananza fuori dalla mia rotta, 9 volte su 10 devo lasciarlo andare.

Certo, diciamo che non ho scelto un mezzo semplice. E’ come se viaggiassi in un paese grande tre volte la Francia a piedi raccogliendo ciliegie dagli alberi, ma solo quelle che pendono dall’albero alla mia altezza. Quelle che riesco a raccogliere sono una frazione di quelle che ci sono su tutti gli alberi francesi.

Però, amici, lasciatemi dire che è stata esperienza molto triste e da questa barca la prospettiva sull’inquinamento da plastica non lascia molto spazio all’ottimismo.

Dove stiamo andando? E soprattutto come facciamo a tornare indietro?

Mettiamo anche il caso che domani uno con una bacchetta magica raccogliesse tutta la plastica nel Great Pacific Garbage Patch. Che ne è della plastica che dopo domani finirà nuovamente in mare? E di quella affondata, che riposa in fondo all’oceano che è più di quella a galla? Si potrà dire “problema risolto?”

Io non lo so, quello che so è che quando ero piccolo soffrivo di gastrite. Un giorno andai dal mio medico al quale chiesi di darmi delle pastiglie per eliminare il bruciore allo stomaco, mi sembrava di avere del fuoco in pancia. Lui mi disse “Se ti do delle pastiglie ti levo il bruciore oggi, ma domani ti ritorna. Se curiamo la causa risolviamo il bruciore una volta per tutte”

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