Il nome è evocativo, ma neppure il Fiume delle Perle sfugge all’inquinamento che caratterizza tutti i corsi d’acqua della Cina.
Altro che perle. Oltre all’acqua del sottosuolo, anche quella di superficie risulta drammaticamente alterata. Secondo uno studio del sito “Facts and Details” un terzo delle acque reflue industriali (nel campo delle calzature e dei cosmetici) e oltre il 90% di quelle domestiche finiscono nei fiumi e nei giacimenti d’acqua senza alcun trattamento. E il Fiume delle Perle – più dell’Azzurro e del fiume Giallo – risulta così inquinato che nuotarci dentro oppure mangiare pesce proveniente dalle sue acque è pericoloso. Alcune parti del fiume, nella regione del Guangzhou, sono descritte come paludose, oscure e melmose, tanto che ci si potrebbe camminare sopra.
Negli ultimi anni la Cina ha intrapreso un sostanziosa politica di lotta all’inquinamento. Già nel 2017 le autorità hanno rilevato una diminuzione delle PM2,5 nel delta del Fiume delle Perle pari al 28% in meno rispetto al 2013. E saranno costruite numerose città forestali. Basterà a ridare brillantezza al Fiume delle Perle?
Devo ammettere che il fiume delle Perle è in condizioni migliori di quanto avessi mai pensato. Ovviamente ne sono felice, ma una piccola parte di me desiderava sguazzare nella plastica, in montagne di plastica. Forse il messaggio di quanto urgente sia cambiare sarebbe arrivato più forte agli occhi e alle orecchie delle persone che mi hanno seguito.
In genere si cammina scalzi per semplificare, per tornare a essere vicini alla terra, per sentirla con le nostre mani basse. E’ bello provare ad andare sull’erba all’inizio, poi ancora meglio e’ salire su per un sentiero ruvido di montagna con sassi e stecchi - per intuirne il carattere.
Sono tre giorni che navighiamo sul fiume delle Perle. Questa barca, questo reperto storico, pur essendo di piccole dimensioni, è così malconcia e il legno così zuppo di acqua che pesa una tonnellata.
Sono tre giorni che navighiamo sul fiume delle Perle. Questa barca, questo reperto storico, pur essendo di piccole dimensioni, è così malconcia e il legno così zuppo di acqua che pesa una tonnellata.
Allora, eccoci qua. Occupati nella navigazione su uno dei dieci fiumi più inquinati di plastica del mondo. Plastica e Cina, nell’immaginario di tutti questa relazione è stretta e scontata come la birra con pizza. Infatti la Cina ha una grande storia con la plastica. Durante tutta la sua ascesa alla ribalta economica, la Cina ha fabbricato ed esportato un'enorme quantità di prodotti in plastica per diventare infine il più grande produttore di plastica al mondo nel 2013. Come risultato di questa produzione e cattiva gestione interna, la Cina è anche leader mondiale in termini di plastica i rifiuti, in particolare la quantità di detriti di plastica hanno contribuito ai nostri oceani.
Due giorni per costruirla e mezz’ora per farla a pezzi, questa è la storia breve della zattera che io e Folco ci siamo costruiti a Guiping.
Lui voleva isolamento ed esperienze metafisiche con la natura. Io, al contrario, gli offrivo una navigazione su un fiume molto inquinato, in uno dei luoghi più urbanizzati al mondo, dove la natura era solo un lontano ricordo. Eppure una settimana dopo fu lui a chiamarmi e dirmi: “Andiamo!”
Con una lunghezza di oltre 2 mila chilometri, è il terzo fiume più lungo della Cina e sul suo delta, situato nella provincia di Guangdong, è nata la più grande megacity del mondo che ospita oltre 40 milioni di abitanti. Non sorprende quindi sapere che è il settimo fiume inquinato di plastica al mondo, con circa 100.000 tonnellate di plastica riversate nel mare della Cina ogni anno. Il progetto 10 rivers 1 ocean, questa volta, fa tappa sul Fiume delle Perle.
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