Il significato di Gange in lingua indiana è “Dea Madre”. Una mamma liquida che con le sue acque purifica da tutti i peccati e favorisce il ciclo delle reincarnazioni.
Ecco perché i fedeli si immergono nel Gange al tramonto di ogni giorno, sulla scia dei canti dei sacerdoti e in mezzo ai fumi dell’incenso: cercano una immediata purificazione. Ma il fiume sacro non è più un fiume pulito. Anzi, ormai può essere purtroppo considerato una fogna a cielo aperto dato che si mescola a più di 5 miliardi di acque nere, prodotte ogni giorno dai 450 milioni di residenti nella zona del suo bacino. Che nonostante l’aurea di sacralità, riversano in quel corso d’acqua anche altri rifiuti, come quelli in plastica. Oltre che le ceneri dei cadaveri. Un tempo il Gange era realmente purificatore anche perché nelle sue acque c’è (ancora) un concentrato di elementi chimici capaci di contrastare i batteri umani: questo è sempre stato il suo segreto. Ma oggi il piano di trattamento delle acque di scarico deve ancora essere completato. E il Gange che donava nuove vite ora in cambio porta, suo malgrado, la morte.
Oggi sono anche giunto finalmente a Calcutta, la città dove i poliziotti sono equipaggiati con bombole d’ossigeno e le discariche sorgono direttamente sulle sponde del fiume.
Oggi sono anche giunto finalmente a Calcutta, la città dove i poliziotti sono equipaggiati con bombole d’ossigeno e le discariche sorgono direttamente sulle sponde del fiume.
La meraviglia dura poco, l’odore anche dietro la maschera protettiva è così forte che trattengo il più possibile il fiato.
Da qualche giorno avevo la sensazione che remare fosse dannatamente più faticoso di quanto non fosse stato all’inizio del viaggio.
Inizialmente pensavo che l’Hooghly fosse una copia del Gange, solo più in piccolo, ma più navigo e più noto importanti differenze.
È stata una giornata molto impegnativa, ma alla fine di grande soddisfazione. Siamo a 120 km da Calcutta.
È stato solo grazie all’aiuto provvidenziale di un barcaiolo che sono riuscito a raggiungere il primo luogo abitato dove fermarmi per la notte.
Ventesimo giorno di navigazione. Sono sempre sul fiume Gange, ma non si chiama più Gange. Hooghly è il nome di uno dei due rami del fiume sacro che raggiungono l’enorme delta nella baia del Bengala.
Ventesimo giorno di navigazione. Sono sempre sul fiume Gange, ma non si chiama più Gange. Hooghly è il nome di uno dei due rami del fiume sacro che raggiungono l’enorme delta nella baia del Bengala.
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